RISCALDARE IN MODO EFFICIENTE I CAPANNONI INDUSTRIALI

Quando si svolge una diagnosi energetica di un capannone industriale capita spesso che la quota di consumi per il riscaldamento dei capannoni rappresenti un uso energetico significativo. Le criticità più frequenti sono:

• Volumi importanti da climatizzare, con aree estese e altezze che possono superare i 10 metri

• Scarso isolamento termico dei fabbricati

• Layout non ottimizzato tra aree con personale, di transito e di stoccaggio

• Portoni e baie di carico che vengono frequentemente aperti.

Ottimizzare i consumi per il riscaldamento può quindi non essere semplice anche se le tecnologie per l’efficienza energetica sono disponibili. Le principali sono:

Generatori d’aria calda da parete, conosciuti anche come ROBUR (dalla nota azienda produttrice, disponibili però di diverse marche). Sono impianti ad aria localizzati, dotati di bruciatore a gas, radiatore e ventola che diffonde l’aria calda. Richiedono la presenza puntuale del gas e non sono adatti in capannoni alti, poco coibentati e con aperture.

Riscaldamento radiante a pavimento: impianto che prevede serpentine a pavimento all’interno delle quali scorre il fluido termovettore prodotto da uno o più generatori. Si tratta di un impianto adatto a capannoni alti e poco isolati, perché tende a scaldare di più il calore nella parte bassa dell’ambiente dove c’è presenza di personale. È un impianto a bassa temperatura che si abbina bene alla generazione con pompe di calore o a recuperi termici. Deve essere valutato in fase di progettazione di nuovi capannoni.

Canali microforati: installati in altezza sotto la copertura da cui fuoriesce l’aria calda prodotta da uno o più generatori (caldaia a condensazione a gas o pompa di calore elettrica). L’aria calda tende a concentrarsi nella parte superiore e dunque non è adatta a capannoni molto alti. In alcuni casi si possono installare delle ventole che spingono in basso l’aria.

Recupero termico: da valutare è la possibilità di sfruttare l’energia termica dissipata dalle macchine e dal processo. Un esempio relativamente semplice di recupero termico è quello di utilizzare il calore dissipato dai compressori per riscaldare direttamente l’aria in ambiente o l’acqua tramite uno scambiatore.

Lame d’aria: si tratta di unità di sbarramento termico, alimentate elettricamente o ad acqua calda. Si installano sopra i portoni, creando una cortina d’aria calda a flusso verticale, che funge da sbarramento e ostacola, per effetto termodinamico, le infiltrazioni di aria dall’esterno.

Risparmiare sul riscaldamento garantendo il giusto comfort è possibile. Diverse sono le tecnologie disponibili, da valutare in funzione delle specifiche caratteristiche del capannone, delle modalità di utilizzo e del layout. Senza dimenticare di valutare recuperi energetici e la cogenerazione, ove possibile.

Ing. Francesca Marini
EGE – Esperto in Gestione dell’Energia Certificato UNI 11339
CMVP® – Certified Measurement & Verification Professional
francesca@studioingmarini.it – www.studioingmarini.it

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