Piano welfare: i 5 errori da evitare!

Ciao, sono Ernesto De Petra, fondatore di Farwel, la prima società specializzata nel Welfare personalizzato

Proseguiamo con la nostra rubrica mensile sul welfare aziendale, siamo al dodicesimo articolo ed i lettori avranno ormai compreso come funziona il welfare aziendale e quali sono i numerosi benefici che porta in azienda e a vantaggio dei dipendenti. A questo punto bisogna però stare attenti a non commettere dei piccoli errori insidiosi, che potrebbero comportare il fallimento del piano welfare adottato. Vediamo insieme quali sono!

1. “Roma non è stata costruita in un giorno”

Come per tutte le cose buone ci vuole del tempo, è sbagliato aspettarsi che attivando un piano welfare i risultati arrivino in un giorno.
Per ottenere risultati servirà aspettare che i lavoratori abbiano recepito il regalo che gli è stato fatto e ne fruiscano, ci vuole inoltre un’attenta analisi e un costante dialogo con loro, prima per informarli dell’iniziativa, poi per capirne il grado di gradimento ed utilizzo. Fare welfare non significa fare solo un regalo fine a sé stesso, significa cambiare la propria cultura aziendale, ponendo al centro i dipendenti e i loro bisogni e creando un clima aziendale sereno e partecipativo.

2. Faccio welfare solo perché mi genera un vantaggio fiscale

Il welfare aziendale dev’essere visto dall’imprenditore non come una mera soluzione per ottenere vantaggi fiscali, bensì come qualcosa di fondamentale importanza sia per la propria attività che per i propri dipendenti. Pensiamo ad esempio quanto le soluzioni di welfare si siano rivelate utili durante la pandemia (lo smartworking, le assicurazioni sanitarie ecc…) e si pensi a quanto le aziende che avevano già attivato precedentemente piani di welfare aziendale abbiano attutito il colpo più facilmente proprio perché erano già pronte a reagire per il bene comune. L’imprenditore non deve pensare “ma sì, gli attivo un qualsiasi tipo di buono così beneficio dell’esenzione fiscale, tanto a caval donato non si guarda in bocca…” che è ahimè la trappola maggiore che sta accadendo da quando c’è stato il costante aumento delle cifre spendibili in fringe benefit nelle ultime manovre finanziarie in materia del lavoro. L’imprenditore che fa welfare deve assolutamente ragionare in termini di responsabilità sociale, mettere al centro il benessere della propria azienda e dei propri collaboratori, altrimenti è impossibile aspettarsi di ottenere risultati positivi e duraturi. Il sistema azienda è equivalente al sistema famiglia ed il datore di lavoro coincide con il buon padre di famiglia!

3. Ti faccio un regalo ma non te lo dico

È fondamentale comunicare correttamente il sistema di welfare aziendale che si vuole introdurre in azienda e
formare i dipendenti per insegnare loro come beneficiare dei servizi che gli sono stati attivati. Molte persone non sono esperte di internet, né se la cavano nell’uso delle piattaforme informatiche ed il welfare deve essere recepito da tutti in maniera corretta, così come si farebbe per qualsiasi altra nuova procedura aziendale.
D’altronde, se il dipendente non sa che è stato introdotto in azienda un piano di welfare, non ci si può aspettare che lo usi!

4. Tu pensi solo al dipendente mentre lui sta pensando alla sua famiglia

A volte capita di focalizzarsi sul dipendente e su misure solo per lui, sottovalutando il fatto che spesso in cima alle preoccupazioni dei lavoratori ci sono invece problematiche riguardanti altri membri della sua famiglia. Asili nido, bonus bebè, orari flessibili, tutto ciò che riguarda l’assistenza ai famigliari anziani o ancora sconti sui libri di testo, iscrizione all’università, corsi di formazione, vacanze studio e altri benefit di questo tipo sono molto richiesti dai lavoratori, perché considerati un concreto aiuto a migliorare la loro vita quotidiana.

5. Non offrire una soluzione personalizzata sui bisogni dei singoli

Per creare un piano di welfare aziendale realmente efficace non ci si può basare su statistiche generiche e quindi scegliere i servizi che ci si aspetta possano andare per la maggiore; è invece necessario svolgere un’attenta indagine per capire quali siano i bisogni più urgenti e necessari alla propria popolazione aziendale ed individuare il sistema migliore per poterli soddisfare in maniera consona. Questo punto è fondamentale e sono i professionisti del nostro settore che se ne devono occupare al meglio, cercando nella maniera più idonea di trovare il punto d’incontro tra la domanda dei dipendenti e l’offerta locale (sarebbe inutile, per esempio, convenzionare un’azienda con delle attività magari richieste sì dai dipendenti, ma troppo lontane per essere di loro interesse), creando un circolo virtuoso non solo per le aziende e la loro popolazione interna, ma anche per il territorio circostante.

Se sei interessato al welfare aziendale e desideri maggiori informazioni contattaci ai numeri 327 3513333/ 030 5280092 o via e-mail allíindirizzo info@farwel.it
I nostri uffici si trovano a Brescia in Via Codignole 21D.

Ernesto De Petra
Fondatore di Farwel Srl
Consulente specializzato nell’ambito del Welfare Aziendale ad Personam

Via Codignole 21D · 25124 Brescia
Tel. 3273513333 · 030 5280092
info@farwel.it · www.farwel.it

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