MetalWeek del 21/09/2020

Industriali LME e Leghe

Il protagonista indiscusso dell’ultima ottava LME è stato lo Zinco. La sua progressione settimanale del prezzo USD 3mesi è stata rilevante, il 2,9%.

L’effetto Zinco ha avuto risvolti molto positivi anche per il Rame, che ha visto crescere del 2% la quotazione USD 3 mesi della settimana.

L’attuale struttura del prezzo dello Zinco è rialzista, con la quotazione che resterà orientata verso questo indirizzo ancora per qualche seduta.

Il Rame ha fatto segnare un nuovo punto di massimo relativo, andando oltre quello fatto registrare ad inizio settembre. La crescita del prezzo del “metallo rosso” ha la caratteristica della progressività e questo elemento non è da sottovalutare nel futuro più prossimo. La Borsa ci sta credendo sul Rame e l’effetto correzione indirizzato verso l’alto è più che una ipotesi.

Le recenti aperture di posizione sul Rame sono state Long. L’Alluminio sta mantenendo la sua nomea di eterna speranza rialzista o se si preferisce, di promessa mancata in ambito rialzi di prezzo. La cosa proseguirà anche nel corso di questa settimana, sebbene la speculazione sta seguendo con la dovuta attenzione l’evoluzione della curva del prezzo LME dell’Alluminio.

In ambito speculativo non sono da meno il Piombo ed il Nichel, questo ultimo in un momento non facile.

Partendo proprio dal Nichel, la sua situazione di prezzo USD è in via di miglioramento e le “cure” a cui verrà sottoposto da parte degli speculatori avranno il suo effetto a breve.

Il Piombo è reduce da una situazione sicuramente interessante, il suo prezzo USD ha visto un ottimo miglioramento da circa due ottave e come detto per il Nichel, l’attività speculativa in corso porterà il prezzo del Piombo in rapida crescita.

Lo Stagno ha stabilizzato il prezzo USD 3mesi oltre la soglia 18mila; sebbene la speculazione ha mollato da un paio di sedute la presa sul metallo, gli effetti positivi restano evidenti.

Acciai

La dimostrazione che qualcosa sta mutando nella struttura del mercato italiano degli acciai al carbonio è resa evidente dalla variazione del prezzo della billetta, che invece di crescere, ha fatto registrare una diminuzione del 3% su base ottava.

La billetta standard prodotta in Italia, ora ha un prezzo che è di 10 Euro/ton inferiore a quella del Mar Nero e di 15 Euro/ton rispetto a quella turca (prezzi resa FOB e al netto dei dazi UE).

I prezzi dei “lunghi” italiani hanno fatto registrare delle variazioni settimanali non omogenee rispetto all’inattesa quotazione della billetta sul mercato domestico. Gli effetti sono i seguenti:

Il rebar Italia è risultato in aumento dell’1%, correzione in linea con quello prodotto nell’Europa del nord e più bassa rispetto al prezzo FOB del tondo CA mediorientale, collocato a più 2%, invariato il rebar turco CFR.

Per rimanere in Turchia, da segnalare la fase di incertezza riferita al prezzo del rottame HMS, non più in aumento.

La prima conseguenza si può vedere dal prezzo della vergella FOB, in calo dell’1% settimanale dopo un mese di aumenti. La barra per usi generali non ha riportato variazioni sul mercato italiano.

Il mercato dei “lunghi”, come spesso accade negli ultimi tempi, fa storia a se. La notizia più importante è che la capacita fusoria italiana, a partire da questa settimana, ritornerà alla sua piena potenzialità. Un fattore che è stato paventato come causa della ridotta reperibilità di coils su tutta la filiera delle lavorazioni. L’aumento del prezzo dello zincato a caldo Italia, più 5% settimanale, trova la motivazione nel forte aumento dello Zinco. Ora il differenziale con il CRC è in media di 30 Euro/ton, il “freddo”, dal canto suo,

è cresciuto del 4% settimanale.

La situazione dell’HRC resta quella di meno facile lettura. Il prezzo Italia è risultato in crescita del 2% e lo stesso incremento lo ha avuto il prodotto di provenienza Mar Nero, resa FOB.

Il “caldo” nord-europeo non ha fatto registrare alcuna variazione su base settimanale ed ora è a soli 10 Euro/t. rispetto a quello italiano. Gli aumenti degli HRC turchi sono stati in media del 2%, con resa CFR.

Preziosi

La settimana appena conclusa non ha fatto registrare particolari tensioni sui prezzi dei metalli preziosi.

La consuetudine dell’ultimo periodo vede la prima parte di ottava più vivace della seconda. È accaduto così anche durante la settimana scorsa, in particolare per Palladio e Platino. I due metalli, a far riferimento alla seduta di Mercoledì 16 Settembre, hanno fatto registrare una crescita del 3,7% per il Platino USD e del 2,8% per il Palladio, tutto nel corso delle prime tre sedute di ottava.

Nel contesto generale la settimana si è poi chiusa, sempre nei valori Dollari per oncia, con un meno 0,9% in capo al Platino e meno 0,5% al Palladio. La vivacità di mercato non ha intaccato invece l’Oro e l’Argento che hanno condotto una ottava non di certo significativa, con variazioni che in ambito settimanale sono state di segno opposto per i due metalli. L’Oro ha chiuso con un valore positivo dello 0,2%, mentre l’Argento ha popolato il campo negativo con una riduzione dello 0,4%, i valori sono stati calcolati in base ai riferimenti USD per oncia.

Le previsioni settimanali non lasciano spazi ai miglioramenti delle quotazioni, con la sola eccezione del Platino, per il quale le attenzioni degli speculatori non stanno venendo meno.

Nel contesto specifico di tutti gli altri metalli, viene difficile evidenziare dei trend che non siano quelli di indirizzo neutro, in modo particolare per l’Oro e l’Argento. L’imprevedibilità che negli ultimi tempi ha visto protagonista il Palladio è sempre da tenere in forte considerazione, ma se questo avrà luogo, non sarà che di breve durata.

Medicale

La settimana appena conclusa non ha fatto registrare particolari tensioni sui prezzi dei metalli preziosi.La consuetudine dell’ultimo periodo vede la prima parte di ottava più vivace della seconda. È accaduto così anche durante la settimana scorsa, in particolare per Palladio e Platino. I due metalli, a far riferimento alla seduta di Mercoledì 16 Settembre, hanno fatto registrare una crescita del 3,7% per il Platino USD e del 2,8% per il Palladio, tutto nel corso delle prime tre sedute di ottava.Nel contesto generale la settimana si è poi chiusa, sempre nei valori Dollari per oncia, con un meno 0,9% in capo al Platino e meno 0,5% al Palladio.

La vivacità di mercato non ha intaccato invece l’Oro e l’Argento che hanno condotto una ottava non di certo significativa, con variazioni che in ambito settimanale sono state di segno opposto per i due metalli. L’Oro ha chiuso con un valore positivo dello 0,2%, mentre l’Argento ha popolato il campo negativo con una riduzione dello 0,4%, i valori sono stati calcolati in base ai riferimenti USD per oncia.

Le previsioni settimanali non lasciano spazi ai miglioramenti delle quotazioni, con la sola eccezione del Platino, per il quale le attenzioni degli speculatori non stanno venendo meno.
Nel contesto specifico di tutti gli altri metalli, viene difficile evidenziare dei trend che non siano quelli di indirizzo neutro, in modo particolare per l’Oro e l’Argento. L’imprevedibilità che negli ultimi tempi ha visto protagonista il Palladio è sempre da tenere in forte considerazione, ma se questo avrà luogo, non sarà che di breve durata.

Rottami

L’atteggiamento generale che regna nel settore dei rottami è un misto di prudenza, attesa e preoccupazione.La prudenza nel non sbilanciarsi a trattare lotti di rottami che non siano quelli strettamente richiesti da parte di acciaierie, fonderie o raffinerie.L’attesa impone ai commercianti di aspettare la manifestazione certa, da parte dei soggetti menzionati prima, di essere effettivamente all’acquisto di rottami.La preoccupazione di vedere sempre più ridotto il giro di affari e cosa molto importante, il pesante investimento finanziario dei commercianti sui loro magazzini che non stanno “girando”.In ultima analisi conta anche il settore di appartenenza, i commercianti che operano nei “non ferrosi” sono meno penalizzati rispetto a quelli che hanno a che fare con i “ferrosi”.
La differenza sta nella prossimità e nella certezza dei riferimenti che determinano la formazione dei prezzi dei rottami, LME per metalli e leghe; le voci di mercato e solo marginalmente la Borsa CME e in modo quasi impercettibile, il Dalian cinese per quello degli acciai.Le notizie che stanno giungendo dalla Turchia non sono di certo rassicuranti, con il prezzo del rottame acciaio HMS in sostanziale indebolimento, nel corso della settimana 38, ovvero quella che si è appena chiusa, il calo è stato di circa 3 Euro/tonnellata.

L’effetto HMS turco non ha preso ancora piede sul mercato italiano, ma se così fosse, a breve si potranno vedere più ribassi che aumenti sul mercato dei rottami degli acciai al carbonio.

Indicatori

Natura degli indici

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra.

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA).

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali.

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee.

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi.
Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide).

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