MetalWeek del 14/12/2020

Industriali LME e Leghe

Un annuncio e tutto è cambiato. La Presidente Lagarde ha reso noto che la BCE potenzierà ulteriormente il piano anti-pandemico con una forte dotazione di Euro, 500 miliardi, tramite il sistema bancario dell’Eurozona. Le Borse hanno letto questo ausilio da parte di Francoforte come una nuova opportunità per disporre di denaro a costo zero non per darlo al comparto produttivo e industriale, ma per fini di pura speculazione. Il LME non è stato esente da questa ondata di euforia e l’indice LMEX di Giovedì 10 Dicembre è cresciuto dell’1,77% rispetto al dato del giorno precedente. Il listino, come detto, ha reagito in maniera più che sorprendente alla notizia; il Rame ha compiuto un balzo dell’1,6%, seguito dallo Zinco con più 1,3% e dal Nichel con più 3,5%, ma è una storia a parte.

Perché il Nichel è differente? Il motivo è il seguente: questo metallo, rispetto a Rame e Zinco, non è stato oggetto dello storno di quotazione durante la seduta di Venerdì 11, ma al contrario, il trend si è trasformato in rialzista, mantenendo la quota prezzo USD 3 mesi di Giovedì 10, livello che occorre annotare come la quotazione record dall’Ottobre 2019. L’aspettativa sul Nichel non sarà quella di un prezzo in ulteriore crescita durante l’ottava. Gli altri “industriali” non escono bene dalla settimana appena conclusa, in particolare Rame e Zinco. Il Rame ha raggiunto un nuovo massimo, grazie alla vicenda BCE, ma ora il dubbio sul metallo rosso verte sulla tenuta della quotazione a questi livelli e il denaro in calo sulle posizioni long è un dato che fa riflettere. Lo Zinco è progredito molto la scorsa ottava, il comparto speculativo lo ha tenuto d’occhio ed ora le aspettative sono quelle di prezzo in calo. L’Alluminio è in una fase interlocutoria con il riferimento in Dollari che rimarrà stabile o meglio in crescita moderata.

Per il Piombo si tratterà di una settimana tranquilla, mentre per lo Stagno sarà la volta di un’ottava di ribassi.

Acciai

Gli utilizzatori di prodotti semilavorati di acciaio al carbonio e in particolar modo quelli dei “piani”, si trovano in una posizione di forte difficoltà. Il loro disagio è riferito alla costante pressione che ricevono dai fornitori, acciaierie e centri servizio, su due versanti, i prezzi e la reperibilità dei prodotti. Dal punto di vista dei prezzi l’evidenza si percepisce in particolare sul mercato italiano, una piazza non facile e molto frammentata nei suoi consumi. Le acciaierie e i centri di rifilatura e taglio, soprattutto quelli di grandi dimensioni, non hanno mai dimostrato di controllare pienamente il mercato, i “piccoli” fornitori hanno sempre rappresentato l’anello debole del sistema, occorrerà verificare se anche questa volta, all’occasione propizia, faranno saltare i programmi dei “grandi”. Nel contesto laminati piani e coils il mercato Italia è quello che ha fatto registrare gli aumenti di prezzo settimanali più alti rispetto agli altri competitors europei. Al 6% di crescita del CRC Italia, il nord Europa ha risposto con un risicato 1%, ora il laminato freddo d’oltralpe risulta più a buon mercato fino a 90 Euro/ton.

La fornitura non sarà per tutti, ma ovviamente, riservata alla clientela che si è sempre dimostrata fedele a questi produttori. La situazione non varia per l’HRC, dove il differenziale tra Italia e Europa si riduce a 60 Euro/ton, ma è sempre a nostro sfavore. Il prezzo per lo zincato caldo HDG, in crescita del 6%, rappresenta solo un riferimento, poiché la disponibilità sul mercato è un autentico miraggio, senza tenere conto che i “bagni” di Zinco nel 2021 saranno più costosi. I “lunghi”, seppure a fatica, si stanno adeguando alla contingenza del momento, un dato su tutti, la crescita della billetta Italia del 6% nel corso della settimana.

Il Rebar, che già la scorsa ottava aveva subito un forte aumento in Italia, è salito di nuovo del 5%, ma nonostante questa fase di prezzi in recupero, resta ancora sotto il riferimento turco di circa 25 Euro/ton (resa FOB). Dalla Turchia un ulteriore segnale di allarme giunge dal nuovo prezzo settimanale della vergella FOB, cresciuto di 60 Euro/ton in soli otto giorni.

Preziosi

Il Platino ha ripreso a scendere, questa è la notizia della settimana, un calo di limitata entità ed anche prevedibile. Il metallo nel corso dell’anno ha dato prova di forte vitalità superando per ben tre momenti la soglia dei mille USD per tonnellata, ma mai a replicare il prezzo del Settembre 2016, avvenuto durante la scorsa ottava. Il Platino è ora in una fase di storno, la settimana si è chiusa con un calo del 3%, ma non è il caso di parlare di avvio di crollo del prezzo. In questa fase è più opportuno parlare di stabilità per il Platino. L’effetto BCE non ha neppure sfiorato il comparto dei metalli preziosi, un dato che rende ancora più evidente il fatto che l’Oro e l’Argento, in questa fase, non vengono ritenuti degli asset idonei per la difesa dei capitali in moneta, il concetto dei “beni rifugio”.

Le ottave di Oro e Argento hanno avuto dei sussulti di un certo interesse nelle sedute iniziali del periodo, ma seguite da chiusure in calo con dati deludenti e da questo punto si riparte. L’Oro ha dalla sua un prezzo che al momento è appetibile per aprire posizioni lunghe e quindi la ricerca di realizzi nel breve periodo e il comparto speculativo l’occasione non se la sta facendo sfuggire, ma parlare di prezzi in crescita è prematuro. L’Argento aprirà la settimana a ridosso della soglia dei 24 Dollari per oncia, un livello di prezzo che negli ultimi tempi è risultato congeniale per il metallo.

Le aspettative per rivedere l’Argento in crescita sono molto alte, ma non pare che al momento in molti siano disposti a mettere denaro per posizioni lunghe. La situazione del Palladio è, in questo frangente, di lettura non semplice. Il prezzo USD per oncia resta in un’area neutra, tanto che risulta complesso attribuire una tendenza nitida per il Palladio. Al momento l’evidenza più marcata e la sola disponibile, è quella di un prezzo in forte compressione verso i valori di minimo del periodo, ma nulla di più.

Medicale

Nelle settimane in cui L’Euro recupera in modo significativo sul Dollaro USD, gli effetti più importanti si vedono proprio sul listino delle leghe per usi medicali. Un effetto che si amplifica nel caso in cui i prezzi dei metalli di riferimento si trovano o in un momento di stabilità, come per il Cobalto o in una fase di contrazione, come sta avvenendo per il Molibdeno. Il Molibdeno ha ormai annullato tutto il vantaggio del prezzo in crescita che durante l’ottava 47 lo aveva portato al massimo relativo dallo scorso marzo. La flessione settimanale non è stata di entità leggera, circa il 3%, ma non è il caso di parlare di trend ribassista per il Molibdeno.

Il Cobalto continua a non evidenziare cambiamenti di prezzo e quindi si mantiene, nel prezzo in Dollari, ai massimi del periodo. Il Titanio ha ancora una volta corretto al rialzo il suo riferimento settimanale e in quest’ultimo frangente la variazione si è attestata oltre la crescita media fatta registrare negli ultimi tempi, l’11%. In questo caso la forza dell’Euro ha in gran parte mitigato la progressione del Titanio, con un apprezzamento del 9%.

Il Nichel condizionerà profondamente gli sviluppi dei prezzi dei medicali già a partire da questa settimana, sulla scia del cambiamento di tendenza che sta interessando il metallo alla Borsa LME. Le ferroleghe base Cromo hanno fatto registrare un leggero incremento di prezzo, riportando la quotazione alla unità di Dollaro per libbra. Il Tungsteno è ancora in crescita, negli ultimi otto giorni il prezzo è cresciuto dell’1,6% in Dollari, che per effetto del cambio non ha prodotto cambiamento nel valore in Euro.

Rottami

L’attenzione rimane sempre alta sul versante dei ferrosi e in particolare per le classifiche di maggior diffusione dei rottami di acciaio al carbonio. La spinta al riadeguamento dei prezzi verso l’alto che due settimane fa ha visto come protagonisti i rottami della demolizione E1 e E3, la pesante e la comune, per intenderci, ha visto nella scorsa il turno di quelli di connotazione di diretta derivazione industriale, tra essi il lamierino e le torniture.

L’aumento del prezzo turco dell’HMS, non sta conoscendo sosta, la soglia dei 400 Dollari per tonnellata FOB è stata varcata il 9 Dicembre scorso, il dato assume maggiore rilevanza se si considera che la crescita del rottame in Turchia è salito, nel controvalore, di 40 Euro/tonnellata in soli otto giorni. In un’analisi parzializzata per periodi, l’incremento dell’HMS turco sulla base della quotazione attuale è il seguente: trimestre più 100 Euro/ton, semestre più 120 Euro/ton e annuale più 80 Euro/tonnellata.

Il Nichel tiene sempre banco per la sua ultima performance al LME, ma tra i commercianti di rottami non si fa mistero che un adeguamento troppo “generoso” dei prezzi, in particolare per gli inox austenitici, può rivelarsi non in linea con un possibile storno che nel prossimo futuro vedrà il Nichel come protagonista alla Borsa LME. Un quadro generale che per gli altri metalli e leghe correlate, non fornisce grandi spunti di variabilità dei prezzi, così come l’interesse per fonderie e raffinerie nel procedere ad acquisti di natura preventiva, le ragioni, due su tutte: la prima, i prezzi LME alti e l’altra la situazione degli ordini clienti che al momento resta incerta sul 2021.

Indicatori

Natura degli indici

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra.

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA).

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali.

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee.

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi.
Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide).

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