MetalWeek del 12/10/2020

Industriali LME e Leghe

Una situazione di Borsa molto delicata e fluida, dove non è il caso di essere euforici per i dati della scorsa ottava.

Tutti i metalli, eccetto il Piombo, sono tornati a toccare i massimi dei prezzi USD 3mesi fatti registrare a distanza di tre settimane circa. Il Rame, neanche a dirlo, è stato il metallo che ha dato forza a questa progressione generale del listino LME, con l’indice LMEX in crescita del 3,8% su base settimanale.

In termini di incrementi percentuali, i migliori riscontri sono stati registrati da tre metalli: il Nichel (+5,8%), lo Zinco e l’Alluminio, in egual misura (+4,8%), mentre il resto del listino, con il Rame (+3,5%), il Piombo (+2,6%) e lo Stagno (+2%) è stato un degno comprimario.

Il solo metallo che non ha prodotto una progressione costante del prezzo USD nel corso dell’ottava è stato il Piombo, sebbene l’incremento, come appena evidenziato, è stato di tutto rispetto. Nel corso della settimana e tra tutti gli “industriali” il Piombo sarà il metallo meno performante, con una connotazione ribassista del prezzo. L’Alluminio non replicherà l’ottava appena messa alle spalle, il prezzo è entrato nell’area del massimo relativo del periodo e quindi con una limitata azione di miglioramento. La tendenza continuerà ad essere rialzista per il Nichel e lo Stagno anche se non per l’intera settimana.

Il Rame, così come lo Zinco, saranno ancora in serie positiva, o meglio non arretreranno rispetto alle quotazioni attuali.

In conclusione alcune considerazioni di carattere generale sulla situazione attuale della Borsa LME. L’origine di queste repentine inversioni di indirizzo dei prezzi è il sintomo di una marcata rarefazione degli scambi, che è stata acuita nel corso dell’ultima ottava dalla scarsa presenza degli operatori cinesi a causa del lungo periodo di fermo delle attività produttive per la festività nazionale, terminato Giovedì 8 Ottobre.

Acciai

La ripresa delle attività produttive in Cina sarà un elemento da non tenere in secondo piano negli equilibri per la formazione dei prezzi settimanali di tutti i tipi di semilavorati in Acciaio.

La situazione del prezzo italiano del coil HRC è molto significativa in tal senso. Il prezzo del laminato caldo in Italia è cresciuto su base settimanale dell’1%, ma poi se si analizza il dato, le cose non sono poi così chiare, la forchetta di prezzo attuale è stata corretta in aumento di 10 Euro/ton sul valore minimo, mentre sul riferimento massimo è stata apportato un calo di 5 Euro/ton. Una situazione opposta a quella che i produttori nordeuropei di HRC hanno adottato, con un prezzo invariato sul minimo e un aumento di 5 Euro/ton sul valore massimo. Il dato di sintesi è comunque uno, il prezzo Italia per la clientela primaria resta più alto di 5 Euro/ton rispetto all’HRC che viene prodotto nel nord-Europa.

La situazione è più chiara sul CRC, dove il prezzo italiano risulta più basso di quello d’oltralpe di circa 10 Euro/t.

Lo zincato caldo HDG ha subito una correzione in aumento dell’1% e ora il differenziale tra il freddo e lo zincato si attesta a non meno di 10 Euro/ton.

I valori degli HRC e CRC di Turchia e Mar Nero non hanno riportato alcuna variazione rispetto alla precedente settimana. Il prezzo della billetta in Italia continua a crescere, portando il differenziale con l’analogo prodotto del Mar Nero a 20 Euro/tonnellata.

I profili commerciali per carpenteria sono risultati sul mercato domestico in ulteriore aumento di 10 Euro/ton, ma solo sui prezzi praticati alla clientela primaria, il prezzo medio di ottobre è ora più alto di 45 Euro/ton rispetto a quello di settembre.

I produttori italiani di rebar non hanno intenzione di lasciare spazio al tondo CA proveniente da Turchia e Medio Oriente, la loro scelta è stata quella di ridurre la quotazione dell’1% su base ottava, in risposta ai produttori turchi che hanno diminuito il prezzo FOB del 2%, adesso il differenziale è di 30 €/t.

La vergella turca torna a scendere e ora il divario con il pari prodotto Italia si attesta tra i 5 e i 10 Euro/tonnellata.

Preziosi

La settimana si è chiusa in maniera più che positiva per il comparto dei metalli preziosi, contrariamente all’avvio della ottava che era stato incerto e con la sola eccezione del Palladio, sempre in crescita.

Il punto di svolta è avvenuto nel corso della seduta di Giovedì 8 Ottobre e il recupero è stato significativo, questi i dati suddivisi nei due momenti, dal 2 al 7 Ottobre e tra il giorno 8 e la chiusura settimanale di Venerdì 9. L’Oro è stato in grado di passare da un meno 1% ad un più 2%, l’Argento da meno 0,9 a più 4%, il Palladio ha incrementato la sua fase positiva da più 2 a più 4% e per chiudere la rassegna con il Platino, il cui incremento è stato da meno 3 a più 2,5%, unico metallo a presentare un saldo negativo tra i due intervalli.

La settimana riparte con dei valori che possono essere considerati alti per il contesto generale in cui si collocano; tutti e quattro i metalli sono ora in una fase di massimo relativo delle ultime due ottave. L’Oro e l’Argento sono i metalli che dovranno contrastare la inevitabile fase di realizzi messa in atto dal comparto speculativo, che ormai ha preso l’abitudine di fare cassa in lassi di tempo molto brevi. A supporto di questa considerazione non bisogna dimenticare la collocazione dei prezzi USD/ozt dei due metalli, posti in una area di difficile ulteriore incremento.

Il Palladio non sarà in una situazione tanto diversa rispetto a quanto detto per Oro e Argento. La settimana del Palladio partirà bene, ma al momento, del denaro su un’ulteriore crescita del metallo verrà messo a rischio.

Un ragionamento a sé, va ancora una volta fatto sul Platino e sulla struttura del suo prezzo USD/ozt. La quotazione non potrà che risentire del clima che si respirerà nel comparto, ma il Platino, a differenza degli altri tre metalli, non ha mai dato l’evidenza di eccessi, quindi la stabilità di medio periodo resta la sua prerogativa principale.

Medicale

I tempi in cui i prezzi delle leghe per usi medicali scendevano regolarmente su base settimanale sono ormai lontani.

La componente valutaria non è più determinante, poiché da lungo tempo il rapporto di cambio tra Euro e Dollaro non sta subendo scostamenti tali da determinare condizionamenti esterni sulla formazione dei prezzi delle leghe.

La crescita, da alcuni mesi, ha le sole motivazioni dirette in ambito metalli, vale a dire l’incremento dei prezzi di Cobalto, Molibdeno, Nichel e Titanio, oltre al buon momento che stanno attraversando le ferroleghe ricche di Cromo e Tungsteno.

Il Molibdeno è tra i metalli protagonisti del comparto, quello che ha messo in evidenza una maggiore variabilità del prezzo USD negli ultimi tempi. Il motivo è sempre lo stesso, vale a dire la forte correlazione che ha il metallo con il settore della siderurgia. Il prezzo del Molibdeno è in piena fase positiva e l’ultimo incremento su base ottava, il più 3% nell’indicazione in Euro, lo sta a dimostrare. Il Cobalto sta mettendo in evidenza una struttura di prezzo meno mossa, ma in costante crescita nel riferimento espresso in USD per libbra.

La caratterizzazione dei limitati cambi di prezzo a livello settimanale, pone la quotazione in Euro del Cobalto con una variazione negativa, seppure di lieve entità. Il Nichel ha contribuito in modo rilevante alla crescita su base settimanale dei prezzi e gli effetti di segno positivo si protrarranno ancora nei prossimi giorni.

Il gruppo Titanio e ferroleghe risente, come nel caso del Molibdeno, della fase di fermento presente nel settore siderurgico. Gli effetti sono chiari ed evidenti, con il Titanio cresciuto in Euro dell’1,4 su base percentuale e con le stesse modalità, in aumento il Ferro-Tungsteno dello 0,2%, mentre la ferro lega di Cromo è rimasta stabile.

Rottami

La cautela è d’obbligo, il comparto dei rottami non ferrosi resta in attesa degli sviluppi dei prezzi del listino LME prima di definire delle variazioni certe sulle quotazioni di riferimento per il mercato. La continua altalena dei prezzi LME non permette di delineare una chiara impostazione dei prezzi dei rottami in metallo e in lega su base settimanale, il tutto a scapito della normale regolarità di lavoro. Le quotazioni, in termini sostanziali, non hanno fatto registrare variazioni di rilievo, soprattutto se viste in un’ottica temporale delle due/tre settimane. La vendita di rottami tra utilizzatori e commercianti rimane sempre attiva, mentre fonderie e raffinerie sono in attesa del momento ottimale per procedere ad acquisti importanti. Le anomalie sono invece all’ordine del giorno per il settore dei rottami in Acciaio al carbonio. L’ultima riguarda il prezzo della demolizione pesante E1, che in Italia ha subito un significativo incremento di prezzo su lotti di grande quantità, da più 5 a più 10 Euro/ton.

La causa è da imputare ad una forte attività di incetta di questa classifica di rottame da parte di una delle più importanti acciaierie italiane, che ha di recente modificato il suo principale impianto fusorio per trattare rottame più pesante, e con connotazioni di tipo qualitativo più basse. Il risvolto di tale notizia ha generato, con effetto quasi immediato, la correzione verso l’alto del prezzo delle torniture E55, un elemento fondamentale nel caricare le “ceste” con la presenza di rottami voluminosi. Le notizie che giungono dalla Turchia non sono confortanti, il rottame HMS risulta in calo tra i 7 e i 10 Dollari USD/ton su base settimanale.

Indicatori

Natura degli indici

LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra.

SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA).

DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali.

STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee.

BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi.
Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide).

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