
Industriali LME e Leghe

Il listino LME sta assumendo una sua nuova fisionomia in termini di prezzi e di tendenze rispetto a quella a cui eravamo abituati fino all’inizio dello scorso novembre. I metalli, eccetto il Nichel e lo Stagno, hanno registrato dei massimi relativi che non venivano più toccati da anni. Il Rame in questa particolare corsa al “ritracciamento” di lungo periodo, non ha avuto eguali. Il prezzo del metallo rosso è entrato nella fase di volatilità caratterizzata da spunti rialzisti, nonostante il livello di quotazione raggiunto. Una nuova soglia, quella dei 7800 USD 3mesi, è in prossimità di obiettivo e cosa da non sottovalutare, è la situazione di totale equilibrio tra domanda e offerta nelle contrattazioni di Borsa, elemento che prescinde dall’operatività speculativa o di connotazione industriale.
Lo Zinco è il secondo metallo che in ordine di crescita del prezzo USD ha contribuito fortemente al momento attuale della Borsa LME. Nel corso di questa ottava lo Zinco si ricollocherà ai massimi del periodo, sospinto da una rilevante attività speculativa. L’Alluminio pare aver messo fine alla forte spinta rialzista che ha permesso al metallo di posizionarsi stabilmente al di sopra dei 2mila USD 3mesi. Nelle ultime sedute le quotazioni sono state altalenanti, ma la linea di quotazione ottimale resta al momento orientata moderatamente verso il basso.
Il Piombo ha esaurito la fase acuta di contrazione che ha caratterizzato la sua scorsa ottava. Il prezzo è ora in prossimità di un nuovo minimo, segno che le aspettative sul Piombo tornano ad essere rialziste. Il Nichel è il metallo che merita le maggiori attenzioni nel corso di questa ottava, lo “scalino” di Venerdì 4 ha dato il via ad una nuova fase rialzista di ampio respiro. Lo Stagno si sta chiamando fuori dalle tensioni del listino LME e i prezzi USD lo hanno dimostrato nelle ultime ottave, la situazione non cambierà anche nel corso di questa.
Acciai

La fase espansiva del mercato non sta conoscendo sosta. La crescita dei consumi di semilavorati in acciaio al carbonio sta assumendo dimensioni globali con la Cina alla testa dei più “affamati” di materie prime. L’effetto si percepisce anche dalle ultime notizie sul minerale di ferro, che negli ultimi giorni ha subito una nuova spinta rialzista, riportando il prezzo ai livelli del Marzo 2013, alla Borsa CME. La carenza di reperibilità dei rottami o per meglio dire la prudenza che in questo momento stanno usando le acciaierie nel trattare gli acquisti, di lotti, non aiutano di certo a portare serenità tra gli operatori del settore. La domanda continua ad essere alta e nel contempo l’offerta si contrae di settimana in settimana. Uno degli aspetti più significativi è stato quello di sospendere momentaneamente il prezzo dei laminati a freddo e degli zincati a caldo sul mercato nazionale da parte delle acciaierie italiane. La notizia ha un fondamento di base ed è la possibilità di aumentare fino a 20 Euro/ton i prodotti giacenti a stock.
La “botta” è invece arrivata per l’HRC Italia, che rispetto ad otto giorni fa è aumentato del 12%, a questo punto il laminato a caldo italiano risulta il più caro d’Europa, dai 20 ai 40 Euro/ton e raggiunge gli 80 rispetto all’HRC Mar Nero e CIS. Un dettaglio da tenere in considerazione giunge dalla Turchia, dove i produttori di tubi saldati hanno rigettato le ultime offerte di HRC delle acciaierie locali. L’apertura sugli aumenti dei prezzi dei rottami da parte di molte acciaierie di casa nostra si è fatta sentire subito sui nuovi prezzi dei “lunghi”. La billetta è cresciuta del 3% su base ottava, mentre il riferimento italiano del rebar ha subito una crescita del 10%, che ha riportato il tondo CA ai livelli della metà di Settembre 2019.
La differenza con i pari prodotti di Turchia e Medio Oriente è di 15 Euro/ton a sfavore del rebar Italia. Il prezzo italiano riferito al mese di dicembre della vergella ha visto una forte crescita rispetto al periodo precedente, che ha toccato il 7%, tanto da eguagliare il prezzo settimanale FOB del prodotto turco di pari allestimento.
Preziosi

Platino e Palladio, ovvero gli estremi del listino; i due metalli sono alle prese con tendenze contrapposte e fino a poco tempo fa inaspettate. Tra i due limiti, Oro e Argento, che seppure in un momento di recupero non sono stati ancora in grado di evidenziare segnali di una nitida inversione di tendenza. Il Platino in questa ottava ha superato il massimo dello scorso gennaio e per eguagliare il prezzo dell’ultima seduta settimanale, oltre i 1060 Dollari/oncia, occorre tornare all’Agosto del 2016.
La domanda è una: per quanto tempo la fase rialzista del Platino? La progressione non potrà durare ancora a lungo, ma neanche quello di un trend in rapido cambio. Il Palladio ha tentato più volte la via della ripresa durante la scorsa ottava, ma i risultati non sono stati dei migliori.
La quotazione è ora ai minimi delle ultime settimane, ma i presupposti per un duraturo cambio di indirizzo ci sono, al momento, tutti. Nel mezzo, come già detto, si trovano l’Oro e l’Argento privi di indirizzi chiari di tendenza. L’Oro ha lasciato da una settimana il punto del prezzo USD/ozt che lo aveva portato ai minimi dallo scorso giugno. La situazione è al momento migliorata, ma il rischio di una fase di prezzi in forte turbolenza è un’ipotesi da non sottovalutare. La concentrazione di denaro sull’Oro è al momento non consona per pensare ad una crescita consolidata del prezzo da qui alla fine dell’anno. Il comparto speculativo vorrà sicuramente fare dei margini dalla recente progressione del metallo. L’Argento si trova nella stessa situazione dell’Oro, con il riferimento USD/ozt in sostanziale recupero rispetto alle ultime settimane. L’effetto cambio di tendenza dell’Argento non è stato visto dalla speculazione come un dato assodato, anzi fino alla fine dell’anno l’aspettativa permane ribassista.
Medicale

Nelle settimane in cui L’Euro recupera in modo significativo sul Dollaro USD, gli effetti più importanti si vedono proprio sul listino delle leghe per usi medicali. Un effetto che si amplifica nel caso in cui i prezzi dei metalli di riferimento si trovano o in un momento di stabilità, come per il Cobalto o in una fase di contrazione, come sta avvenendo per il Molibdeno. Il Molibdeno ha ormai annullato tutto il vantaggio del prezzo in crescita che durante l’ottava 47 lo aveva portato al massimo relativo dallo scorso marzo. La flessione settimanale non è stata di entità leggera, circa il 3%, ma non è il caso di parlare di trend ribassista per il Molibdeno.
Il Cobalto continua a non evidenziare cambiamenti di prezzo e quindi si mantiene, nel prezzo in Dollari, ai massimi del periodo. Il Titanio ha ancora una volta corretto al rialzo il suo riferimento settimanale e in quest’ultimo frangente la variazione si è attestata oltre la crescita media fatta registrare negli ultimi tempi, l’11%. In questo caso la forza dell’Euro ha in gran parte mitigato la progressione del Titanio, con un apprezzamento del 9%.
Il Nichel condizionerà profondamente gli sviluppi dei prezzi dei medicali già a partire da questa settimana, sulla scia del cambiamento di tendenza che sta interessando il metallo alla Borsa LME. Le ferroleghe base Cromo hanno fatto registrare un leggero incremento di prezzo, riportando la quotazione alla unità di Dollaro per libbra. Il Tungsteno è ancora in crescita, negli ultimi otto giorni il prezzo è cresciuto dell’1,6% in Dollari, che per effetto del cambio non ha prodotto cambiamento nel valore in Euro.
Rottami

La crescita del prezzo del rottame di acciaio HMS 1/2 sulla piazza turca, ha avuto una battuta di arresto lo scorso giovedì. L’affermazione merita una precisazione importante, non si sta parlando di calo, ma semplicemente di prezzi stabili o meglio, prezzi in via di rallentamento. Il prezzo del rottame turco è in fase di crescita dall’inizio di ottobre e l’HMS resa FOB negli ultimi due mesi ha fatto registrare una crescita di circa 60 Euro per tonnellata. Un incremento che solo parzialmente è stato trasferito sui prezzi italiani dei rottami di acciaio e oltretutto negli ultimi dieci giorni. Le acciaierie hanno resistito a lungo, ma alla fine hanno dovuto cedere alle pressioni dei commercianti, anche se nell’imminenza della chiusura per la pausa natalizia, che si protrarrà fino a gennaio inoltrato. Le classifiche che hanno beneficiato maggiormente del nuovo adeguamento sono state le demolizioni E1 ed E3, con riflessi positivi anche sulle torniture.
Il rottame E8, il lamierino, non ha seguito gli aumenti delle classifiche meno pregiate, a ben dire non è stato ancora adeguato in modo pieno alle maggiorazioni che hanno beneficiato gli altri rottami. Per rimanere in ambito rottami ferrosi da annotare il momento positivo della ghisa con i prezzi in discreta ascesa. Sul versante dei non ferrosi le attese maggiori si concentreranno su tutti i rottami che hanno a che fare con il Nichel presente in lega, come gli inox austenitici e materiali anti-frizione a base di Rame e Rame-Stagno.
I rottami di Alluminio subiranno pochi movimenti di prezzo, mentre gli altri metalli seguiranno gli andamenti della Borsa LME.

Indicatori

Natura degli indici
LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra.
SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA).
DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali.
STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee.
BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi.
Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide).