Industriali LME e Leghe

Una Borsa nervosa, troppo reattiva e poco riflessiva, questa la sintesi della settimana appena chiusa al LME.
La pesante escursione registrata nel corso della seduta pomeridiana del primo di Ottobre, innescata da voci poco rassicuranti sulla congiuntura economica a livello mondiale e la quasi totale assenza da parte della Cina sulle Borse merci, è un evento che non ha connotazioni occasionali.
La sensazione è quella di un livello di apprensione molto alto da parte del comparto speculativo finanziario e forse anche l’essersi reso consapevole che in troppi si basano sulle sue mosse per definire le proprie. I nervi sono a fior di pelle, con movimenti di prezzi al limite dell’accettabile. Un dato rende bene il concetto: l’indice LMEX della giornata dell’1/10 ha chiuso a 2873 punti, il meno 3,2% rispetto alla seduta precedente, mentre al termine della seduta del 2 Ottobre l’indicatore LME ha fatto registrare un recupero molto prossimo al 2% sul dato di giovedì.
In mezzo a tutto questo intercedere ci sono gli utilizzatori, molto disorientati. I prezzi saranno ancora altalenanti, ma non volatili e la speculazione non si affaccerà nuovamente in maniera importante prima di vedere le nuove tendenze degli “industriali”.
Il passo più deciso verso il recupero lo faranno registrare il Nichel e lo Zinco, i due metalli e i questo momento più il secondo del primo, restano sotto la attenta osservazione del comparto speculativo, i prezzi attuali risultano, di sicuro, molto interessanti. Lo Stagno, tra tutti i metalli del listino, sarà quello che mostrerà un profilo di tipo ribassista, in rapporto ai prezzi di chiusura di Venerdì 2 Ottobre.
La situazione risulterà sostanzialmente stabile per il resto dei metalli LME, a cominciare da Rame e Alluminio, senza dimenticare il Piombo. I prezzi dei tre metalli sono in prossimità dei minimi relativi e quindi occorrerà seguirli con attenzione nel corso di tutta l’ottava.
Acciai

Con l’inizio di ottobre tutte le voci dei listini sono state aggiornate, il che sta a dire che anche i prodotti le cui revisioni hanno cadenze mensili e non settimanali sono stati adeguati tra la fine di settembre e l’inizio di questo mese. L’aggiornamento mensile dei prezzi è una modalità adottata in gran parte dal settore dei “lunghi” e tra essi la vergella. L’adeguamento del prezzo italiano della vergella è stato molto pesante, rispetto al mese scorso questo semilavorato ha messo a segno un aumento del 10%.
La notizia ha scatenato un effetto domino sul mercato di casa nostra e anche la barra per carpenteria è risultata in aumento del 9%, rispetto ad otto giorni fa. Elemento non da trascurare è l’andamento del prezzo Italia della billetta che non ha fatto registrare alcuna variazione nel corso della settimana, mentre negli ultimi 30 giorni il prezzo è salito del 6%.
Il rebar è stato oggetto di un ulteriore aggiustamento settimanale dell’1%, così come nell’Europa del Nord. Di avviso diverso sono le quotazioni del tondino turco, invariato e del rebar prodotto nell’area del Medio-Oriente, sceso dell’1%.
La situazione si sta facendo difficile per i “piani”, la tanto annunciata e temuta crescita dei prezzi dei coils, al momento, pare aver subito uno stop.
Sul mercato italiano tutte le linee di prodotti sono in calo rispetto ad otto giorni fa. Il laminato a caldo HRC ha riportato una diminuzione dell’1%, il laminato a freddo CRC e sceso del 3%, così come lo zincato a caldo. Il differenziale tra HDG e CRC è stato fissato, per la settimana in corso, a 10 Euro/ton. La battaglia dei prezzi si sta facendo molto interessante sull’HRC, i produttori nordeuropei non stanno mollando la presa sul nostro mercato e nonostante la diminuzione dei coils a caldo italiani, i pari prodotti di provenienza oltralpe risultano avere un prezzo più vantaggioso, stimato in 5 Euro per tonnellata. Le quotazioni dell’HRC risultano in calo dell’1% sia in Turchia che nella zona del Mar Nero, rispettivamente con rese CFR e FOB, tutte al netto delle condizioni relative alle clausole di salvaguardia UE.
Preziosi

Un ritorno alla normalità per i prezzi dei metalli preziosi, dopo gli ultimi mesi non proprio tranquilli per tutto il listino.L’arretramento più consistente lo ha fatto registrare l’Argento, che seppure in fase positiva di ottava, la scorsa, ha messo in evidenza un riposizionamento della sua quotazione media USD/ozt al di sotto di quota 25. In molti, tra questi un buon numero di investitori in ottica speculativa, auspicano una ripresa del prezzo dell’Argento in tempi brevi, ma i giochi più importanti sono terminati e poco denaro sta affluendo su posizioni lunghe.L’Oro si è riproposto sopra la soglia dei 1900 USD/ozt, livello di prezzo che ha un significato più simbolico che reale, poiché il superamento del limite, al momento non va oltre qualche Dollaro per oncia. Il metallo, non bisogna mai dimenticarlo, resta a quotazioni alte e non si può considerare l’investimento sull’Oro un “asset” negativo.
La visione di investimento come bene rifugio non è al momento strategica e nel breve la tendenza non sarà rialzista.La situazione di relativa calma che sta interessando i prezzi di Oro e Argento, non può che ripercuotersi su Platino e Palladio, anch’essi in un momento di incertezza sulla direzionalità dei prezzi.Il Platino resta sempre un metallo da tenere sotto attenta osservazione, a supporto di tale affermazione non va dimenticata la recente linearità della quotazione, sempre prossima ai 900 Dollari per oncia. Gli scambi sono per il momento equilibrati tra domanda e offerta, un elemento in più a conferma della stabilità del prezzo del Platino.Il Palladio sta esaurendo la spinta che lo ha portato in fase positiva per tutta la scorsa ottava, durante la seduta di Venerdì 2 Ottobre si è evidenziata una certa ritrosia ad aprire posizioni lunghe sul metallo, una diretta conseguenza sulla tenuta del prezzo ai livelli attuali.
Medicale

La fase dell’equilibrio valutario tra Euro e Dollaro rende molto più agevole la lettura degli scostamenti dei prezzi dei metalli di riferimento del comparto delle leghe per usi medicali.Il Titanio ha superato la fase di forte criticità che lo aveva accompagnato fino al termine della primavera 2020.La crescita registrata dal Titanio su base settimanale è stata dell’1,7%, mentre l’incremento rilevato nel corso del mese di settembre è stato, in termini percentuali e nel riferimento in Euro, del 13,2.Contrastate le quotazioni di Cobalto e Molibdeno, con il primo confermare quella di otto giorni fa, mentre ancora in calo il riferimento in Dollari/kg per il secondo.
Il Molibdeno è alla seconda diminuzione settimanale consecutiva ed ora il suo riferimento espresso in USD risulta quello di inizio settembre.
In Euro la variazione mensile è stata del più 3,8%, mentre il calo su base ottava ha quasi azzerato il progresso delle ultime quattro settimane con meno 3,5%, in questo dato da considerare il fattore Euro/Dollaro, risultato determinante.Gli elementi per arrestare la discesa del Molibdeno non stanno venendo meno e i primi effetti potranno essere evidenti già al termine della settimana, per il Cobalto si tratterà ancora di una ottava molto livellata e quindi con una limitata variabilità di prezzo.
I riscontri positivi stanno giungendo dal Tungsteno, con la ferrolega in ulteriore aumento, la base settimanale è salita dell’1% in Euro, mentre il ferro-cromo non ha riportato alcuna variazione.Un’ultima considerazione sul Nichel, il metallo è orientato verso un periodo di recupero e il sopraggiungere di questa situazione sarà per l’intero listino un fattore molto positivo.
Rottami

In più di una occasione è stato detto che i due mercati dei rottami, quello dei ferrosi e quello dei metalli e delle leghe, si basano su approcci che sono diametralmente opposti, la prossimità o meglio il raggio di azione a livello locale per i non ferrosi, di respiro più internazionale per quello dei ferrosi.Il mercato dei non ferrosi, pur vivendo una dimensione più a corto raggio, ha una stretta linea di collegamento con le Borse mondiali, ad esempio il LME, che producono, con immediatezza, le determinazioni dei prezzi dei rottami.
Le trattative risultano chiare, lineari ed i vari scossoni della Borsa, come è stato nel corso della seconda parte dell’ultima ottava, possono essere gestiti molto meglio rispetto a quanto avviene nel settore dei rottami in Acciaio al carbonio.
Le dimensioni di questo mercato sono infinitamente più grandi di quello dei rottami in lega e metallo, ma paradossalmente non è dotato di canali comunicativi forti e autorevoli sugli aggiornamenti delle quotazioni in ambito internazionale.Il paradosso è alle porte, mentre sul nostro mercato i prezzi dei rottami di Acciaio al carbonio, seppure in modo molto blando stanno accennando a crescere, in media di 5 Euro/ton su tutte le classifiche, in Turchia le cose stanno cambiando.
I commercianti turchi di rottami si sono visti costretti a diminuire i prezzi dell’HMS dopo che le acciaierie locali hanno disertato numerose “aste” per la fissazione delle consegne tra ottobre e la prima metà di novembre, al momento si sta parlando di un calo dei prezzi di circa 8-10 Dollari per tonnellata.

Indicatori

Natura degli indici
LMEX: London Metal Exchange Index – Indice ufficiale LME che calcola le variazioni di tutti i metalli quotati alla Borsa di Londra.
SP&GSCI: Standard & Poors Goldman Sachs Commodity Index – Indice dei metalli industriali quotati al CME di Chicago (USA).
DOW JONES IND. METALS: Dow Jones industrial metals – Indice dedicato al mercato dei futures dei metalli industriali.
STOXX 600: Europe 600 Basic Resources – Indice di borsa legato alle quotazioni delle azioni di società minerarie e metallurgiche europee.
BALTIC DRY: Indice di riferimento per il mercato dei noli marittimi.
Indice specifico per navi cargo «bulk+dry» (alla rinfusa e non liquide).