Con l’acronimo ESG, sempre più conosciuto dal mondo della finanza e delle imprese, sono identificati i tre pilastri della sostenibilità: Environment, Social e Governance.

Si tratta di tre dimensioni fondamentali per verificare, misurare, controllare e sostenere l’impegno in termini di sostenibilità di un’impresa o di una organizzazione.
La sostenibilità è un processo mirato a creare valore nel futuro a beneficio della proprietà e degli azionisti, tenendo però anche conto degli interessi degli attori che interagiscono con l’impresa (di seguito Stakeholder).
Per misurare la sostenibilità esistono criteri che si basano su un insieme di standard operativi volti a garantire il raggiungimento di determinati risultati ambientali, a livello sociale e di governance delle imprese.
Si tratta di criteri che sono poi utilizzati dagli investitori per valutare e decidere le loro scelte di investimento.
• Environmental: criteri che valutano come un’azienda si comporta nei confronti dell’ambiente.
• Social: criteri relativi all’impatto sociale quali la relazione con il territorio, con le persone, con i dipendenti, le comunità…
• Governance: gestione aziendale ispirata a buone pratiche e a principi etici.
La creazione di valore deriva da nuove opportunità ad esempio legate alla transizione energetica in atto.
Uno dei punti di riferimento per l’ESG è infatti proprio quello di perseguire la Net Carbon Neutrality, la capacità cioè di ridurre le emissioni di gas serra legate alle attività un’Organizzazione e di creare condizioni che ne permettano l‘azzeramento.
Cosa significa essere carbon neutral?
“La Carbon Neutrality avviene quando le emissioni antropogeniche di gas serra sono compensate da una pari quantità di emissioni ridotte, evitate o sequestrate all’interno di un determinato orizzonte temporale – IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change)”.
Lo scopo è quello di azzerare e neutralizzare le emissioni di anidride carbonica legate alle attività di una organizzazione. La Carbon Neutrality si persegue attraverso un percorso di decarbonizzazione, che prevede:
- Misurazione: il punto di partenza è quello dell’analisi della Carbon footprint ovvero delle emissioni di gas serra generate da processi produttivi, erogazione di servizi o altre attività. Questo processo considera impatti diretti e indiretti e si basa sulla ISO 14064-1:2018.
- Riduzione: una volta consapevoli della propria carbon footprint si può procedure a cercare di ridurla. agendo sulle fasi più impattanti (materie prime, packaging, produzione di energia…).
- Compensazione: abbattere completamente le emissioni di CO2 di un’attività produttiva è praticamente impossibile. Rispetto alla quota di emissioni residue emesse, un’impresa può decidere di avviare iniziative di compensazione, ad esempio finanziando progetti di riforestazione o acquistando crediti di carbonio da altre aziende.

Ing. Francesca Marini
EGE – Esperto Gestione Energia UNI 11339
CMVP® Professional – Lead Auditor 50001
francesca@studioingmarini.it – www.studioingmarini.it